Diaframma, Otturatore, ISO: la base nella fotografia. Nelle scorse lezioni abbiamo già accennato al Diaframma quando abbiamo parlato dei tipi di obiettivo. In questa lezione Accenniamo all’esposizione. Approfondiremo il discorso del diaframma ed introdurremo un nuovo elemento molto importante che influisce sull’esposizione: l’otturatore.
Come abbiamo detto in precedenza, l’esposizione è influenzata da tre fattori: Diaframma, Otturatore, ISO. Ma andiamo per gradi! Cosa è l’esposizione?
Il termine “esposizione” indica la quantità di luce che colpisce il sensore passando attraverso l’obiettivo. Questa quantità di luce viene regolata attraverso l’apertura (Diaframma), il tempo in cui il sensore resta esposto (Otturatore) e la sua sensibilità alla luce (ISO). Una fotografia è correttamente esposta quando riproduce fedelmente la quantità di luce che noi percepiamo con il nostro occhio. Se risulta troppo chiara si dice essere sovraesposta, al contrario se troppo scura si dice sottoesposta.
IL DIAFRAMMA
Il funzionamento del diaframma è molto simile a quello dell’iride del nostro occhio. Lo apriamo quando c’è poca luce per lasciarne passare il più possibile, mentre quando c’è molta luce lo chiudiamo per regolarne il passaggio ottimale. Come già accennato il Diaframma è costituito da una serie di lamelle metalliche disposte a ventaglio inverso che regolano la dimensione del foro che lascia passare la luce all’interno dell’obiettivo. Il numero e la forma di queste lamelle determinano la forma del foro che dovrebbe essere quanto più circolare possibile, anche se in alcuni con meno di 10 lamelle, conferisce una forma poligonale (esagono, ottagono ecc.) visibile soprattutto nei punti luce fuori fuoco creando l’effetto Bokeh di cui parleremo più avanti insieme alla profondità di campo.
I valori di apertura del diaframma è espressa in numeri f o f/stop disposti su una scala standardizzata di valori che ha una progressione pari alla radice quadrata di 2: f/1.4 – f/2 – f/2.8 – f/4 – f/5.6 – f/8 – f/11 – f/16- f/22 – f/32 (nelle fotocamere moderne puoi trovare anche valori intermedi a quelli indicati). In questa scala il primo valore corrisponde all’apertura massima, mentre l’ultimo valore all’apertura minima. Essendo, il diaframma, calcolato in funzione del reciproco del diametro della pupilla di ingresso, questa scala fa si che ogni intervallo, detto stop, corrisponda al raddoppio della superficie e quindi della quantità di luce. Diaframmi molto chiusi possono provocare perdita di qualità dell’immagine, dovuta alla diffrazione dei raggi luminosi ad opera dei bordi delle lamelle.
L’OTTURATORE
L’otturatore è un dispositivo meccanico o elettronico che ha il compito di controllare il tempo in cui il sensore resta esposto alla luce. Esso può essere paragonato alla palpebra dell’occhio. Ma naturalmente questo resta sempre chiuso e si apre soltanto per pochi secondi o frazioni di secondo in base all’esposizione di cui abbiamo bisogno.
Gli otturatori si possono dividere in due tipi diversi:
- Otturatori Centrali dotati di una serie di lamelle concentriche disposte a raggiera, in modo simile a quelle del diaframma. Questo tipo di otturatore è posto nel centro ottico della lente, in prossimità del diaframma. Il tempo più rapido che questi otturatori possono raggiungere è circa 1/2000s
- Otturatori a Tendina sono quelli più diffusi. Composti da due elementi di stoffa o metallo (Tendine) disposti nei pressi del piano focale che scorrono orizzontalmente o verticalmente. Spiegando in maniera semplice il suo funzionamento possiamo dire che dopo aver impostato il tempo di scatto e premuto sul pulsante, la prima tendina parte lasciando il sensore esposto alla luce. Trascorso il tempo impostato partirà la seconda tendina che coprirà nuovamente il sensore non lasciando passare la luce.
Come per il diaframma, anche i tempi di otturazione sono rappresentati da una scala di intervalli (anche in questo caso definiti Stop), ma in questo caso, espressa in frazioni di secondo a passi di uno stop: 30″, 15″, 8″, 4″, 2″, 1″, 1/2″, 1/4″, 1/8″, 1/15″, 1/30″, 1/60″, 1/125″, 1/250″, 1/500″, 1/1000″, 1/2000″, 1/4000″, 1/8000″. In questa scala, ogni valore è circa la metà di quello che lo precede. Nelle fotocamere tutti i valori inferiori ad 1″ vengono visualizzati soltanto con il divisore. Per esempio se impostiamo 1/60″ verrà visualizzato 60.
Se vuoi approfondire l’argomento “otturatori” Ecco per un video in cui ti in modo più approfondito di questo dispositivo…
RELAZIONE DI RECIPROCITA’
Tra questi elementi intercorre una relazione definita di reciprocità. Questo significa che a parità di condizioni di luce, si ottiene la stessa esposizione se aumentando un elemento, se ne diminuisce l’altro dello stesso fattore. Possiamo dire quindi che, fissata una determinata esposizione, diaframma e tempo di scatto sono inversamente proporzionali. Attenzione però, perché anche se è vero che variando i due elementi otteniamo la stessa esposizione in termini di luminosità della fotografia, il risultato finale in termini di contenuto dell’immagine sarà completamente diverso. Infatti il variare dell’apertura del diaframma comporta una variazione della profondità di campo, mentre il variare del tempo di scatto influenza da definizione di una immagine (es. sfocatura di movimento o soggetti congelati durante l’azione).
SENSIBILITA’ ISO
La sensibilità (o velocità) di un sensore è misurata in numeri ISO. Nel mondo della fotografia digitale è stato definito lo standard ISO 12232:2006 che disciplina le sensibilità del sensore in relazione alla luce. I sensori delle fotocamere hanno una sensibilità nominale, di solito 100 o 200 ISO che è quel valore in cui il sensore restituisce il miglior risultato. Più alto è il valore ISO, di conseguenza la sensibilità del sensore, minore è l’esposizione necessaria per ottenere lo stesso risultato. Essendo il funzionamento della sensibilità abbastanza complesso, ti rimando all’articolo su Wikipedia che ne parla in maniera esaustiva.
La relazione di reciprocità coinvolge anche la sensibilità ISO. Ne consegue che al variare della sensibilità si dovrà correggere uno degli altri due valori (diaframma o tempo) per compensare la variazione. Per fare un esempio, se vogliamo dimezzare il tempo, possiamo aprire il diaframma di 1 stop, oppure raddoppiare il valore ISO.
Concludiamo qui questa lezione su Diaframma Otturatore ISO. Se ti è piaciuta e l’hai trovata utile ti chiedo gentilmente di condividerla. Non costa nulla ma per me ha un immenso valore. Grazie
Se ti sei perso le lezioni precedenti puoi andare all’indice delle lezioni di questo corso di fotografia seguendo questo link.
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