Flash fotografico: i diversi tipi di flash in fotografia

Flash fotografico: i diversi tipi di flash in fotografia

Il Flash fotografico, chiamato anche lampeggiatore fotografico, è un dispositivo elettronico capace di emettere brevi lampi di luce per illuminare una scena in situazioni di scarsa luminosità. Per far bene il suo dovere, il flash deve essere sincronizzato ai tempi di apertura dell’otturatore di una macchina fotografica.

Il flash è uno strumento molto utile perché ci permette di gestire la luce secondo le nostre necessità. Naturalmente è fondamentale imparare ad usare correttamente il flash fotografico. Infatti, se non usato correttamente, il flash può letteralmente distruggere l’atmosfera della scena che stai riprendendo.

Oggi analizzeremo gli aspetti più importanti di questo utilissimo strumento fotografico che apre le porte ad un intero mondo nella fotografia. Il flash amplia le possibilità a situazioni normalmente proibitive e aumenta le nostre possibilità creative. Scopriamolo insieme… Intanto ti ricordo che questa lezione fa parte del corso di fotografia gratuito di zoomonpictures.it

Cos’è il flash in fotografia?

Breve storia del flash

Ai suoi albori, il flash, era costituito da un supporto a forma di torcia, sul quale veniva dato fuoco ad una piccola quantità di polvere di magnesio che generare il lampo luminoso. Ovviamente non esistevano dispositivi di sincronizzazione, quindi, era necessario aprire prima l’otturatore, generare il lampo e poi richiudere l’otturatore. Questa operazione era possibile solo a causa della bassa sensibilità dei materiali fotosensibili allora in uso.

Per sua natura, il processo di manipolazione e combustione della polvere di magnesio, presentava una certa pericolosità. Successivamente fu introdotto il filamento di magnesio, racchiuso in un bulbo di vetro, la lampada flash. Questa lampada era innestata in un’apposita torcia dotata di una parabola che rifletteva la luce.

La combustione era attivata da due contatti elettrici in sincrono con lo scatto. Questo tipo di lampada flash non era riutilizzabile, quindi andava sostituita ad ogni scatto.

Evolvendo continuamente, i flash moderni sono dotati di un sofisticato circuito elettronico in grado di convertire la corrente continua a bassa tensione delle batterie in una tensione continua elevata, necessaria per caricare un condensatore. Durante lo scatto, i contatti di sincronizzazione della fotocamera attivano la scarica del condensatore su una lampada allo xeno. quest’ultima emette un lampo molto breve ma di alta intensità, della durata di un millisecondo o meno. Grazie alla sua efficienza, la lampada può produrre oltre centomila lampi durante la sua vita utile.

Flash fotografico: I diversi tipi di flash in fotografia

Oggi possiamo disporre di diverse tipologie di flash, ognuna con le sue peculiarità, vantaggi e svantaggi. Vediamo una panoramica dei vari tipi di flash. Approfondiremo poi in articoli dedicati.

Flash fotografico Integrato

La prima tipologia di flash in fotografia e il flash integrato. Questo equipaggia la maggior parte delle fotocamere anche entry level.

Il flash integrato è un piccolo dispositivo che si trova sulla parte superiore della fotocamera e che serve a illuminare la scena quando la luce naturale non è sufficiente per scattare una foto correttamente esposta. Grazie alla sua capacità di fornire una fonte di luce artificiale, il flash integrato permette di scattare foto anche in condizioni di scarsa illuminazione.

Tuttavia la luce prodotta da questo tipo di flash è considerata la peggiore che un fotografo possa utilizzare.

In primo luogo è una luce frontale e diretta che appiattisce le fotografie e produce fastidiose ombre nette alle spalle del soggetto.

Essendo di dimensioni molto ridotte, produce una luce molto dura ed ha una scarsa potenza e quindi una portata molto limitata che può arrivare al massimo ai due o tre metri.

Per questi motivi, a mio parere, bisogna usare questo tipo di flash solo quando non abbiamo nessuna altra alternativa. In ogni caso possono esserci alcune situazioni in cui può tornare utile per migliorare le nostre fotografie, come nel caso della tecnica del fill-in.

Flash Esterno portatile

Il flash esterno è un dispositivo separato dalla fotocamera e che permette di illuminare la scena in modo più preciso e potente rispetto al flash integrato. Grazie alla sua capacità di fornire una fonte di luce artificiale più potente e flessibile, il flash esterno permette di scattare foto di alta qualità anche in condizioni di scarsa illuminazione ed aumenta le possibilità creative dei fotografi.

I flash esterni possono essere di diverse tipologie sia portatili che da studio. Vediamoli qui di seguito:

Flash a Slitta o Speedlight

Questi dispositivi sono abbastanza ingombranti e costosi rispetto ai flash integrati e richiedono una fonte di energia esterna, come una batteria equivalente a quella della fotocamera o una serie di batterie stilo. Tuttavia, i flash a slitta sono molto versatili, e ci sono molti modelli disponibili che si differenziano per prezzo, potenza, dimensioni dell’illuminatore, consumo energetico e caratteristiche accessorie come la porta infrarossi per la remotizzazione “a scatto”, la parabola motorizzata e il TTL.

Il flash a slitta si aggancia sulla testa della macchina fotografica, chiamata “contatto caldo” (hot shoe in inglese) ovvero la slitta. Ha una testa snodata che può essere orientata verso l’alto o lateralmente. Grazie alla sua flessibilità, questo tipo di flash può essere utilizzato in una varietà di situazioni fotografiche, come il ritratto, la fotografia di interni, la fotografia di prodotto e molto altro ancora. Tuttavia, è importante notare che i flash esterni a slitta possono richiedere un po’ di pratica per essere utilizzati correttamente.

Flash a torcia

Se stai cercando un’opzione per ottenere una maggiore potenza, potresti considerare l’utilizzo di un flash a torcia. Queste unità sono notevolmente grandi, ingombranti, pesanti e potenti. Costituiti da un’impugnatura verticale con in cima la testa del lampeggiatore, sono molto simili ai flash a slitta, ma non possono essere montati sulla slitta della fotocamera. Devono invece essere agganciati ad una staffa laterale alla macchina fotografica, come mostrato nella foto qui sotto.

La testa più grande e il maggiore spazio per le batterie ricavato nell’impugnatura permettono di ottenere una maggiore potenza e una luce più morbida rispetto ai modelli a slitta.

Flash a torcia

Flash esterno da studio

Oltre i flash portatili ci sono dei flash esterni da studio. Questi sono molto ingombranti ed anche molto potenti. Sono alimentati direttamente dalla rete elettrica ed equipaggiati con lampade alogene con potenze che vanno dai 200W fino a superare i 2400W. Per essere usati, questi flash devono essere posizionati su stativi.

Un aspetto importante di questa tipologia di flash è che sono dotati di una lampada a luce continua, detta lampada pilota, che permette di ottenere un anteprima dell’effetto del flash sulla scena. Un altro aspetto importante è che attraverso un apposito innesto a baionetta (attacco bowens) posto nella parte frontale, questi flash, hanno la possibilità di montare un gran numero di accessori per modificare la luce. In questo modo è possibile migliorare la qualità della luce e aumentare le possibilità creative.

Esistono due tipi di lampeggiatori flash da studio i monotorcia ed i generatori flash con torcia. Ma quali sono le differenze?

  • I Flash Monotorcia sono dispositivi che includono in un unico corpo sia tutta l’elettronica di potenza che la lampada flash. Hanno potenze che possono arrivare fino a circa 1000W
  • I generatori Flash invece hanno due parti separate: il corpo del generatore che contiene tutta l’elettronica e la torcia flash in un corpo più piccolo e leggero da posizionare su uno stativo. Questi flash dedicati ad un uso professionale possono raggiungere e superare potenze di 2400W.

Flash Fotografico ad anello

Abbiamo analizzato i diversi tipi di flash fotografico esistenti. Adesso passiamo all’ultima tipologia di flash fotografico, una tipologia più di nicchia: il Ringflash o flash ad anello. Questo tipo di flash è utilizzato nella macrofotografia, genere in cui un normale flash non riuscirebbe ad illuminare uniformemente tutto il fotogramma, a causa della ridotta distanza del soggetto dall’obiettivo.

Il Flash ad anello è formato da una parabola circolare (a forma di anello appunto) che si avvita sull’innesto per i filtri dell’obiettivo e da un alimentatore collegato al contatto caldo della fotocamera. Il flash fotografico ad anello produce una luce uniforme che azzera le ombre.

Esistono anche altre varianti di flash per la macrofotografia che in qualche modo cercano di migliorare e rendere più flessibile l’illuminazione per riprese ravvicinate. Puoi vedere qualche esempio nelle foto qui sotto.

Il numero guida: la potenza del flash fotografico

Il numero guida è un’unità di misura che serve ad esprimere la potenza massima in uscita di un flash fotografico. Questa unità di misura è utilizzata in riferimento ai flash portatili come i flash a slitta o speedlight ed i ringflash. La potenza dei flash esterni da studio è invece espressa un W/s ovvero watt a secondo.

quindi se devi acquistare un flash esterno portatile, devi sapere che più alto è il numero guida, maggiore sarà la potenza del flash. Inoltre ci serve per calcolare l’apertura del diaframma per ottenere una corretta esposizione o la distanza del soggetto dalla fonte luminosa. Per farlo ci avvaliamo di formule ben precise.

Calcolare il diaframma e la distanza del soggetto

Ecco come calcolare l’apertura del diaframma e la distanza del soggetto:

A =NG / D dove A sta per apertura del diaframma, NG il numero guida e D distanza del soggetto espressa in metri. Quindi dividendo il numero guida per la distanza del soggetto dalla fonte luminosa otteniamo il valore di diaframma giusto per esporre correttamente.

D = NG / A quindi la distanza dal flash alla quale posizionare il soggetto è uguale al numero guida diviso il valore di apertura del diaframma.

Attenzione però, perché il numero guida si basa su un parametro ISO standard pari a 100 ISO. Se imposti un valore ISO superiore il numero guida aumenta. Quindi dovrai moltiplicare il risultato delle formule precedenti per 1,4 ad ogni step del valora ISO.

Alcuni esempi

  1. Supponiamo di utilizzare un flash a slitta con numero guida pari a 60 e di utilizzare un obiettivo con apertura f/2.8. A che distanza dovrebbe essere il soggetto? Bene utilizzando la formula precedente sarebbe: D = 60 / 2,8 ovvero 21,43 metri. Naturalmente tenendo presente un valore ISO pari a 100. Se invece impostiamo un la sensibilità ISO a 200 dobbiamo moltiplicare per 1,4, quindi 21,43 x 1,4 = 30 metri.
  2. Se il nostro flash ha un numero guida pari a 43 ed il nostro soggetto è posizionato ad una distanza di 6 metri, quale apertura di diaframma bisogna impostare? Il calcolo sarà il seguente: A = 43 / 6 ovvero 7,16. Quindi per avere una corretta esposizione dovrai impostare il diaframma a f/7.1 e ISO 100. Se in questo caso dovessi impostare l’ISO a 400 per esempio, dovrai moltiplicare il risultato per 1,4 ad ogni step di ISO, quindi 7,1 x 1,4 x 1,4 = 13,914. Imposterai il diaframma a f/14.

Automatismi del flash fotografico

Ma abbiamo davvero bisogno di effettuare tutti questi calcoli per scattare con il flash? Beh, al giorno d’oggi direi proprio di no. I flash moderni sono ormai dotati di un sistema automatizzato di controllo dell’esposizione chiamato TTL (throug the lenz). Questo sistema elabora i dati provenienti dalla misurazione esposimetrica della fotocamera ed imposta in maniera automatica potenza e durata del lampo flash.

In questo modo i calcoli manuali diventano ormai obsoleti.

La sincronizzazione flash

All’inizio di questa lezione abbiamo accennato alla sincronizzazione del flash con l’otturatore che, con le prime lampade con filamento di magnesio, era costituito da un semplice contatto elettrico, posto all’interno del meccanismo dell’otturatore, che chiudeva il circuito facendo scattare il flash al momento opportuno. Con il tempo anche il sistema di sincronizzazione si è evoluto.

Nelle fotocamere digitali, questo meccanismo, è composto da un circuito temporizzatore programmabile che riceve input da un contatto dell’otturatore meccanico. Questo permette di sincronizzare il flash in diversi modi. Ma andiamo per gradi in modo da capire meglio la sincronizzazione del flash fotografico.

Il tempo di sincronizzazione

Non è possibile sincronizzare il flash a tutte le velocità di otturazione. La velocità massima a cui è possibile sincronizzare il flash fotografico è di 1/250 s. Questo perché fino a questa velocità il sensore viene esposto completamente. Per tempi più brevi di 1/250 s, la seconda tendina dell’otturatore, parte prima che il sensore sia completamente esposto. Di conseguenza il lampo flash non raggiungerà l’intero sensore ed il risultato sarà una banda nera in parte della fotografia (la parte coperta dalla tendina).

Infatti, con tempi inferiori a 1/250 secondo, il sensore viene esposto attraverso la fessura formata dalle due tendine, ovvero esposizione rolling shutter. Se vuoi approfondire ti consiglio di dare un’occhiata al video dedicato che ho pubblicato sul mio canale YouTube: Otturatore meccanico vs Otturatore elettronico. Minore è il tempo, più sottile sarà la fessura formata dalle tendine. Per questo motivo, il flash influenzerà soltanto la parte esposta del sensore ed il resto sarà tutto nero.

Modalità di sincronizzazione

Veniamo al dunque! Quali sono le modalità di sincronizzazione del flash fotografico? Essenzialmente sono tre:

  • Sincronizzazione sulla prima tendina
  • Sincronizzazione sulla seconda tendina
  • high sinc o high speed

Ma vediamole nel dettaglio.

Sincronizzazione sulla prima tendina

La sincronizzazione del flash sulla prima tendina, detta anche Slow-Sync, è l’impostazione predefinita quando scattiamo, sia con flash integrato che con flash esterno. Questa modalità di sincronizzazione attiva il flash immediatamente dopo l’apertura della prima tendina, quando il sensore è completamente esposto.

In una scena debolmente illuminata, quindi, il flash emetterà il suo lampo all’inizio dell’esposizione. Se scattiamo con un tempo più lungo, il flash congelerà la scena all’inizio dell’esposizione, ma il sensore continuerà ad acquisire dati per tutto il tempo di esposizione impostato. Se nella scena che stiamo riprendendo ci sono oggetti i movimento, il flash congelerà la scena, ma il sensore catturerà il movimento per il tempo restante.

Il risultato sarà piuttosto innaturale, in quanto le scie generate dal movimento si svilupperanno davanti al soggetto. Per risolvere questo problema è possibile sincronizzare il flash sulla seconda tendina.

Sincronizzazione sulla seconda tendina

La sincronizzazione del flash fotografico sulla seconda tendina o Rear-Sync fa scattare il flash alla fine dell’esposizione. Un attimo prima che si chiuda la seconda tendina dell’otturatore, il sistema di sincronizzazione invia il segnale ed il flash emette il suo lampo.

Con tempi di scatti brevi (entro i limiti di sincronizzazione) non si noterà alcuna differenza tra Slow-Sync e Rear-Sync perché il sensore non registrerà movimenti sulla scena. Quando però, si allungano i tempi, allora il sensore inizierà a registrare, all’apertura della prima tendina. Se il tuo soggetto è in movimento, creerà una scia nel fotogramma.

Alla fine dell’esposizione scatterà il flash che congelerà il soggetto. Il risultato finale sarà decisamente più naturale rispetto al precedente, con il soggetto congelato alla fine dell’azione e la scia di movimento alle sue spalle.

Sincronizzazione ad alta velocità

A differenza delle due precedenti modalità di sincronizzazione flash, quella ad alta velocità ha un funzionamento un po’ differente. Quando si scatta con tempi più rapidi del normale tempo di sincronizzazione, l’otturatore non è mai completamente aperto e l’esposizione avviene attraverso la fessura in movimento, formata dalle due tendine.

Come abbiamo visto sopra, con una normale sincronizzazione, il risultato sarebbe una fotografia con delle bande nere in corrispondenza delle tendine, poiché quella parte del sensore non riceverà la luce del flash. Per ovviare al problema, con la sincronizzazione ad alta velocità, il flash fotografico emette una serie di lampi ad frequenza per tutto il tempo dell’esposizione. In questo modo la luce raggiungerà il sensore in tutte le sue parti.

Importate è sapere che dovendo emettere una serie di lampi ad alta frequenza, l’intensità della luce sarà inferiore rispetto al normale lampo singolo. Tienilo presente per compensare l’esposizione.

Conclusioni

Per il momento ci fermiamo qui! Abbiamo visto un’ampia panoramica riguardo al Flash Fotografico, ma certamente c’è ancora molto da dire. Continueremo ad esplorare ed approfondire l’argomento attraverso consigli, tecniche e approfondimenti.

Per questo motivo non perderti i prossimi articoli (se non lo hai ancora fatto, iscriviti alla newsletter per essere informato sulle prossime pubblicazioni). Intanto hai appena imparato il necessario per iniziare a sperimentare con il flash.

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