Questi filtri possono essere sia circolari, quindi con attacco a vite, sia a lastre con un apposito supporto per l’obiettivo. I filtri ND dovrebbero far parte del corredo fotografico di qualunque fotografo paesaggista, professionista o appassionato che sia.
Filtri ND: Cosa sono e a cosa servono
Un filtro ND è un elemento ottico che viene montato davanti all’obiettivo, solitamente composto da una lente in vetro e con un telaio metallico che lo supporta. ND è l’acronimo di Neutral Density, tradotto densità neutra.
Il nome stesso di questi filtri descrive la loro funzione, vediamo quindi che cosa si intende con questi termini:
- Densità: sta ad indicare un filtro dal vetro scuro che ha la funzione di ridurre la quantità di luce che passa attraverso l’obiettivo per raggiungere il sensore. Questo consente di allungare il tempo di esposizione anche in condizioni di luce per le quali non sarebbe possibile come, per esempio, in pieno giorno.
- Neutra: indica che questi filtri non introducono dominanti di colore nelle riprese. I filtri ND, quindi, dovrebbero essere in grado di ridurre l’intensità della luce in entrata in modo uniforme su tutte le lunghezze d’onda. Naturalmente bisogna stare attenti ad acquistare filtri di buona qualità. Prodotti troppo economici, infatti potrebbero creare problemi sotto questo punto di vista.
I filtri ND sono disponibili in diverse gradazioni di grigio che possiamo scegliere in base alle condizioni di luce ed alle nostre esigenze. Potendo allungare i tempi di esposizione, offrono la possibilità di ottenere effetti creativi molto interessanti come “l’acqua effetto seta“, le scie luminose, effetti di sfocatura di movimento o la rimozione di oggetti o persone, grazie al loro movimento, nel caso di esposizioni molto lunghe.
Tipologie di filtri ND
Sono due le tipologie di filtri ND presenti sul mercato: circolari (o a vite) e a lastra. Vediamo quali sono le differenze:
Filtri ND a vite
Questi filtri sono rotondi, montati all’interno di una ghiera filettata per essere avvitati davanti alla lente frontale dell’obiettivo. Ne esistono di diversi diametri, in modo da essere adattati ai diversi obiettivi. prima di acquistare uno di questi filtri, dovresti conoscere il diametro della lente sulla quale vuoi utilizzarlo. Quest’ultimo puoi trovarlo scritto sulla lente stessa, indicato con il simbolo Ø.
Il consiglio, però, è di non comprare un filtro per ogni obiettivo con cui vorrai usarlo, ma di comprare un filtro che si adatti all’obiettivo con il diametro più grande che possiedi. In questo modo, attraverso degli appositi anelli adattatori, potrai montarlo anche su ottiche con diametro inferiore, risparmiando un bel po’ di soldi.
Per fare un esempio, se possiedi due ottiche con diametro rispettivamente di 82mm e 77mm, puoi acquistare un filtro ND con diametro 82mm e poi attraverso anelli riduttori montarlo anche sull’obiettivo con diametro inferiore.
Tra i filtri ND a vite, possiamo distinguere quelli a densità fissa che sono i più diffusi e quelli a densità variabile. Questi ultimi sono composti da due lenti polarizzare disposte in maniera inversa, i quali modificano la quantità di luce che li attraversa, ruotando in maniera contrapposta.
Filtri ND a lastra
I filtri a lastra hanno una forma rettangolare o quadrata e non possono essere montati direttamente sull’obiettivo, ma hanno bisogno di un apposito supporto chiamato holder. Questo supporto ha degli alloggi che permettono di inserire fino a quattro filtri alla volta.
Il sistema potrebbe sembrare più macchinoso rispetto a quello a vite, ma in realtà è molto più flessibile ed offre maggiori possibilità. Infatti permette di inserire oltre ai normali filtri ND anche i filtri GND, ovvero filtri graduati di cui parleremo tra poco.
I filtri ND a lastra sono disponibili in diverse misure che vanno dai 100mm ai 180mm a seconda dell’obiettivo su cui devono essere montati. Il sistema più comune è quello da 100mm che va benissimo per ottiche fino 82mm di diametro.
Classificazione dei filtri ND
I filtri ND sono classificati in base al loro valore di densità, ovvero la quantità di luce che riescono ad assorbire. Questa densità viene indicata con delle sigle che possono variare a seconda del produttore. La nomenclatura più comune è: ND8, ND16, ND32 ecc.
Insieme a queste sigle è indicato anche il numero di stop di luce che il filtro assorbe. Per esempio un filtro ND64 assorbe 6 stop di luce, mentre un filtro ND1000 ne assorbe 10 stop, quindi è più denso rispetto al ND64 risultando visivamente più scuro.
Detto questo, come facciamo a scegliere il filtro giusto? Beh, dobbiamo basarci sulle condizioni di luce presente nella scena e sul risultato che stiamo cercando. Naturalmente in condizioni di scarsa luce non utilizzeremo un filtro molto denso come un ND1000, altrimenti ci vorrebbero tempi di esposizione infiniti per ottenere una corretta esposizione.
Per fare un semplice esempio, se dovessi scattare delle foto all’alba o al tramonto, quando la luce è debole, useresti dei filtri con densità che va tra ND8 e ND64, mentre se scatti in pieno giorno, quando la luce è molto intensa, ha senso utilizzare un filtro ND1000 o superiore.
Le situazioni di utilizzo più comuni
Riassumendo, le situazioni di utilizzo più comuni sono le seguenti:
- ND8: utile per situazioni di scarsa luce come prima dell’alba o dopo il tramonto.
- ND64: in situazioni di luce intermedia come tramonto, alba o giornate nuvolose.
- ND1000: per la luce molto intensa del pieno giorno.
Inoltre non dimenticare la possibilità di sovrapporre più filtri per ottenere un valore di densità finale superiore. Per conoscere il valore di densità finale, basta sommare i valori di stop dei singoli filtri. Altrimenti, se ti basi sul valore della sigla, bisogna moltiplicare il loro valore.
Facciamo anche in questo caso un esempio per chiarire il concetto. Se sommiamo un ND4 -2 stop a un ND64 -6 stop, otterremo un filtro che assorbe 2+6 = 8 stop di luce che corrisponde a 4×64 = 256 quindi otterremo un filtro ND256.
Calcolare l’esposizione con i filtri ND
Per qualcuno potrebbe non essere proprio immediato, soprattutto per chi non è abituato a fare uso fi filtri ND. Un filtro ND4 lascia passare 1/4 della luce presente nella scena, in pratica perderai due stop, quindi il tempo di esposizione sarà quadruplicato rispetto alla normale esposizione.
Supponiamo che hai impostato i parametri di scatto per una fotografia correttamente esposta e che il tempo di scatto sia di mezzo secondo. Montando un filtro ND4, perderai 2 stop di luce, pertanto per ottenere la stessa esposizione dovrai allungare il tempo di esposizione di quattro volte. Il tempo di scatto sarà così di due secondi.
I numeri della sigla dei filtri ed il numero di stop che assorbono, ti aiutano a calcolare l’esposizione corretta che ti serve per le tue fotografie. Ma se i calcoli non sono il tuo forte o non vuoi perdere il tuo tempo in calcoli (se pur molto semplici), esistono delle app da utilizzare nel tuo smartphone che ti semplificano la vita, eseguendo i calcoli al posto tuo.
Per Android consiglio “ND Filter Time” e per iOS “LEE Filter – Stopper Exposure”, entrambe sono scaricabili gratuitamente.
Casi particolari di esposizione con filtri
In alcuni casi, un filtro ND, è così denso da compromettere le capacità di lettura dell’esposimetro e dell’autofocus. Per porre rimedio all’inconveniente è sufficiente smontare il filtro e seguire questi semplici passaggi:
- Componi lo scatto.
- Metti a fuoco e blocca l’autofocus passando alla modalità manuale.
- Imposta i parametri del triangolo dell’esposizione per ottenere la corretta esposizione.
- Monta il filtro ND
- Correggi il tempo di scatto (calcolandolo come abbiamo visto prima) in base al filtro che stai usando.
Ricorda che allungando il tempo di esposizione, avrai sicuramente bisogno di un treppede per evitare che le fotografie risultino mosse. Quindi per ridurre al minimo le possibilità di introdurre del mosso negli scatti ti consiglio di disabilitare lo stabilizzatore elettronico ed utilizzare un controllo remoto per attivare lo scatto.
Casi di utilizzo
In linea generale, i filtri ND, vengono utilizzati ogni volta in cui necessitiamo desideriamo allungare i tempi di scatto ma non ci sono le condizioni di luce adatte.
Nello specifico, i casi più comuni sono in presenza di masse d’acqua in movimento, come quando vogliamo fotografare il mare o le cascate per ottenere quel famoso effetto che rende il movimento dell’acqua morbido e setoso.
Ma come spesso accade in fotografia, usare la creatività può portare a risultati strabilianti. Potresti provare per esempio ad usare i filtri ND in presenza di pioggia o in un campo di grano durante una giornata ventosa o ancora per catturare il movimento delle nuvole ed ottenere cieli interessanti e fuori dal comune.
Un altro modo per usare i filtri ND è sfruttare le lunghe esposizioni per rimuovere oggetti e persone in movimento dai paesaggi urbani o naturali. Ti è mai capitato di vedere fotografie di luoghi turistici completamente privi di persone? luoghi che generalmente sono sempre affollati, essere ripresi completamente vuoti? e ti sei mai chiesto come fanno questi fotografi a realizzare queste foto?
Oltre alla possibilità di chiedere di sgomberare il luogo (praticamente impossibile), ci si può recare sul posto negli orari di minore afflusso e con l’ausilio dei filtri ND, fare uno scatto a lunghissima esposizione. In questo modo tutto ciò che è in movimento, non rimarrà mai sufficientemente a lungo nell’inquadratura da rimanere impressionato nello scatto e quindi sparirà.
Tipi speciali: i filtri GND
Come avevo accennato sopra, oltre ai normali filtri ND, ci sono anche i filtri ND graduati, ovvero Filtri GND (Graduated Neutral Density) che riduce gradualmente l’intensità della luce. La loro intensità sfuma gradualmente dal trasparente al grigio scuro.
I filtri GND si usano per ridurre la gamma dinamica in una scena in cui sarebbe difficile o impossibile esporre correttamente tutto il fotogramma. Per esempio un cielo molto luminoso e un terreno in ombra. Con un filtro GND è possibile far corrispondere la parte più densa del filtro con quella più luminosa della scena in modo da ottenere un risultato più omogeneo e bilanciato.
Anche questi filtri sono disponibili sia nella versione a vite che in quella a lastra. Personalmente sconsiglio i filtri graduati a vite, perché essendo vincolati in una posizione fissa, la transizione da chiaro a scuro sarà sempre vincolata al centro dell’inquadratura costringendoti ad adattare la composizione.
Al contrario nella versione a lastra c’è la possibilità di spostare il filtro, facendolo scorrere lungo gli appositi alloggi, per posizionarlo nella maniera più corretta, senza dover ricomporre l’inquadratura.
Varianti dei filtri GND
I filtri GND, detti anche filtri digradanti, sono di diversi modelli che si distinguono per la tipologia di sfumatura che può essere più o meno graduale nel passaggio tra chiaro e scuro. Vediamo più nel dettaglio i vari tipi di filtri GND:
- Filtro GND Soft: Sono caratterizzati da una sfumatura molto morbida che consente a questi filtri un passaggio molto graduale di densità. Il loro utilizzo ottimale è in presenza di paesaggi con orizzonte dai contorni molto frastagliati come in presenza di catene montuose o boschi.
- Filtro GND Hard: Sono caratterizzati da una degradazione molto più netta e marcata tra parte chiara e quella a maggiore densità. Il loro utilizzo ideale è in presenza di scene in cui l’orizzonte è lineare come quello marino, dove la demarcazione tra zone di luce e di ombra è molto netta.
- Filtri ND Medium: Sono una via di mezzo tra Soft e Hard e vengono usati in situazioni particolari come i paesaggi urbani.
- Filtri GND Reverse: Questi filtri presentano la parte più scura al centro della lastra. Digradano verso l’alto con una sfumatura simile ai filtri hard. Inoltre hanno un’ulteriore transizione nella parte superiore che attenua la densità. Sono utilizzati in paesaggi con orizzonti lineari in cui il sole è basso, incluso nell’inquadratura come all’alba o al tramonto.
- Filtri GND Blender: In questi filtri la degradazione attraversa tutta la superficie del filtro, il quale non ha parti completamente trasparenti. Sono utilizzati in scene in cui non ci sono particolari differenze di luminosità.
Quale filtro ND scegliere?
Per quanto riguarda le diverse intensità, potrebbe essere difficile districarsi tra le tante varianti, anche considerando il fatto che i diversi produttori utilizzano diverse nomenclature e sigle per i loro filtri. Ma come abbiamo detto prima quelli più comuni e presenti in tutti i kit sono ND8, ND64 e ND1000. Con questi tre filtro avrai tutto quello che ti serve per iniziare a fotografare con i filtri.
Oltre a questi tre di base, rischieresti di acquistare filtri che possibilmente non userai mai.
Per quanto riguarda la qualità, invece, bisogna sempre considerare che un filtro ottico è posto davanti alla lente dell’obiettivo. Questo influisce sempre sulla qualità ottica e quindi del risultato finale delle nostre fotografie. In ogni caso ci sarà sempre un degrado ottico, ma nel caso di filtri di alta qualità, questo sarà praticamente impercettibile.
Il mio consiglio è di evitare di usare filtri in resina e di preferire quelli in vetro ottico.
Sul mercato è possibile trovare svariati kit di filtri, anche abbastanza completi, a prezzi davvero economici. Se non ti senti ancora sicuro sull’acquisto da fare, potresti optare su uno di questi kit, per poi fare una scelta più oculata e consapevole, investendo su filtri di qualità superiore.
Se invece vuoi investire su filtri di qualità fin da subito, ti consiglio di investire su marchi come Hoya, NiSi, LEE Filters o Gobe, per non andare a scapito della qualità. Sono certo che non te ne pentirai.
Filtri ND e GND: Manutenzione e pulizia
Come è buona norma per gli obiettivi e la macchina fotografica, pulire accuratamente i filtri è molto importante se vuoi mantenere in buone condizioni la tua attrezzature ed ottenere sempre risultati di ottima qualità.
Soprattutto se, come abbiamo detto prima, fotografi il mare, basta davvero poco per far si che l’elemento frontale dell’obiettivo o il filtro montato siano ricoperti da un sottile strato salino che reca imprecisioni nella messa a fuoco e attenua i contrasti.
Sarebbe davvero un problema se te ne accorgessi troppo tardi. Questi sono casi più estremi, ma a volte bastano semplici depositi di polvere per rovinare le tue foto o per complicarti la vita in post-produzione per rimuovere macchie ed aloni provocati dalla polvere sui filtri.
La soluzione più immediata è procurarsi un kit di pulizia per lenti composto da una pompetta ad aria, un pennellino per pulire le lenti fotografiche, un panno in microfibra pulito e un liquido di pulizia per lenti.
Basterà rimuovere la polvere con la pompetta ed il pennellino. Successivamente, inumidire il panno con il liquido per la pulizia delle lenti e, partendo dal centro, con movimenti circolari, dirigersi verso i bordi. Poi, con una parte asciutta del panno, asciugare il filtro, per non lasciare aloni. Ricorda! è essenziale ridurre al minimo i passaggi per evitare di procurare graffi o danni al filtro.
Filtri ND: Conclusioni
Siamo giunti alla fine di questo post dedicato ai filtri ND e i filtri GND! Spero di averti dato tutte le informazioni e indicazioni che ti servono per iniziare la tua avventura con i filtri, per migliorare i tuoi risultati nella fotografia di paesaggio e supportare la tua creatività con i giusti strumenti.
Si! perché questi sono solo strumenti che servono ad aiutarci a raggiungere il risultato che stiamo cercando. A volte la curva di apprendimento può essere più o meno lunga, ma sicuramente con l’esercizio, la perseveranza e la passione, prima o poi i risultati cercati arrivano.