La messa a fuoco in Fotografia – seconda parte

La messa a fuoco in Fotografia – seconda parte

Abbiamo iniziato a trattare la messa a fuoco in fotografia nella scorsa lezione. Abbiamo visto cos’è e come funziona la messa a fuoco, dal sistema manuale a tutti i vari tipi di autofocus. Adesso sai cosa succede quando premi a metà corsa il pulsante di scatto della tua fotocamera e puoi agire consapevolmente.

Se ti sei perso la lezione ti consiglio di andare a vederla, in modo da avere una visione completa di tutto ciò che riguarda l’argomento. La puoi trovare all’interno del corso di fotografia, alla lezione: “La messa a fuoco – prima parte“.

Proseguendo il discorso iniziato nella lezione precedente, tratteremo le varie modalità di messa a fuoco che le diverse fotocamere mettono a disposizione. In questo articolo tratterò le modalità di messa a fuoco più comuni. Quelle che puoi trovare in tutti i modelli di fotocamere. Possono cambiare i nomi a seconda della casa produttrice, ma il principio di funzionamento non cambia.

Generalmente le modalità di messa a fuoco più comuni sono tre: messa a fuoco Singola, messa a fuoco Continua, messa a fuoco Auto. A queste possono aggiungersi altre modalità AF. Nelle fotocamere più recenti per esempio sono presenti il “Rilevamento Volti”, “Eye Detection” ecc.

Ma prima di vederle nel dettaglio, dobbiamo comprendere il funzionamento delle aree e dei punti di messa a fuoco. Infatti è su quelli che il sistema AF si basa per il suo funzionamento.

Punti di messa a fuoco

I punti AF sono quei piccoli quadrati che vedi quando guardi attraverso il mirino. Come abbiamo visto nella lezione precedente, ad ogni punto AF corrisponde una coppia di sensori per il rilevamento di fase. Il numero di questi punti e la loro disposizione varia non solo da un produttore all’altro, ma anche da modello a modello.

Maggiore è il numero dei punti AF, più sofisticato è il sistema di messa a fuoco che di conseguenza sarà più efficiente. Infatti, con un maggior numero di punti a disposizione, si ha una maggiore flessibilità al momento della composizione dello scatto.

, la fotocamera ha a disposizione un maggior numero di punti AF per il tracking del soggetto, quando riprendi scene con movimenti, come in fotografia sportiva o naturalistica per esempio.

A fare la differenza, però,  non è soltanto il numero dei punti AF, ma anche la tipologia. Ci sono due tipi di punti AF che i sistemi di autofocus possono usare: Verticali e a Croce

I punti verticali effettuano la misurazione di fase solo sull’asse verticale. I sensori a croce, invece, sono bidimensionali ed effettuano le misurazioni sull’asse verticale ed orizzontale, di conseguenza sono molto più precisi. Questo significa che maggiore è il numero di sensori a croce nella fotocamera, migliore è il sistema di autofocus.

Area di messa a fuoco

Tutte le fotocamere moderne, sia Reflex che Mirrorless, gestiscono i punti AF secondo diverse modalità chiamate aree AF che possono utilizzare uno o più punti di messa a fuoco a seconda della tipologia selezionata. Nelle fotocamere “entry level”, per selezionare le modalità Area AF, bisogna accedere al menù della fotocamera, mentre nei modelli di fascia alta è presente un selettore che permette di passare da una modalità all’altra.

Vediamo adesso quali sono e come funzionano questa modalità area AF. Premetto che a seconda del modello di fotocamera possono variare i nomi ed il numero delle modalità presenti, cosi come il principio di funzionamento di alcune modalità. Essendo quindi impossibile, in questa sede, esaminare tutte le modalità esistenti, prenderò in considerazione solo quelle più comuni, che troviamo nella maggior parte delle fotocamere.

Area AF a punto singolo

Scegliendo questa modalità, la fotocamera utilizza un solo punto di messa a fuoco per effettuare le misurazioni. Il fotografo avrà il massimo controllo e potrà scegliere con precisione il punto dell’inquadratura da mettere a fuoco. Se sposti il ​​tuo punto AF in su, giù,  sinistra o destra, la fotocamera effettuerà le misurazioni AF solo su quel particolare punto, usando sensori verticali o a croce a seconda del punto che hai scelto.

Questa è la modalità particolarmente indicata quando hai bisogno di una certa precisione come, per esempio, nel caso una profondità di campo limitata. Ma anche in caso di scene statiche: ritratti, paesaggi, architetture, fotografia macro…

In molti casi i fotografi preferiscono utilizzare il punto AF centrale, poiché è quello che offre maggior rapidità e precisione. Quindi dopo aver messo a fuoco sul punto centrale puntando sul soggetto, si può ricomporre l’inquadratura, avendo cura di tenere premuto a metà il pulsante di scatto. Dopo aver effettuato la composizione procedere allo scatto.

Ci sono casi, invece, in cui non è possibile o risulta scomodo comporre l’inquadratura dopo aver impostato la messa a fuoco. E’ il caso della fotografia still life e tutte quelle situazioni in cui la fotocamera è fissata su un treppiede. In tutti questi casi si può comporre l’immagine per poi selezionare il punto AF in corrispondenza del nostro soggetto.

Area AF Dinamica (o estesa)

La modalità dinamica permette di ampliare l’area di misurazione della messa a fuoco. Mentre tu scegli il punto AF di tuo interesse, la fotocamera estenderà le misurazioni anche ai punti circostanti. In base al tipo di fotocamera si potrà impostare l’area AF a 9, 15, 21 punti ecc.

Il funzionamento è il seguente: quando scegli il punto di messa a fuoco, la fotocamera da priorità al punto che hai selezionato. Se il soggetto si sposta, il sistema AF utilizza i punti AF circostanti in base all’area che hai impostato, per tenere traccia del soggetto.

Affinché tutto funzioni in maniera efficace, dovrai seguire il soggetto nell’inquadratura, assicurandoti di mantenerlo vicino al punto di messa a fuoco selezionato. Questa modalità, infatti, risulta efficace in scene in cui il soggetto è in movimento (fotografia sportiva, naturalistica ecc.).

Naturalmente più ampia è l’area AF impostata, più efficace sarà il tracking del soggetto da parte della fotocamera. Alcuni produttori hanno affiancato a questa modalità altre modalità più evolute. Ad esempio le moderne DSLR di Nikon dispongono di una “Modalità di tracciamento 3D”, in cui inizialmente si seleziona il punto AF e la fotocamera attiva automaticamente tutti i punti AF necessari per tenere traccia dei movimenti del soggetto.

La cosa interessante della modalità di tracciamento 3D è che utilizza uno speciale sistema di riconoscimento delle scene che legge effettivamente i colori e traccia automaticamente il soggetto, permettendoti di comporre lo scatto mentre il soggetto si muove.

A differenza dell’area AF dinamica, il tracciamento 3D può utilizzare tutti i punti AF messi a disposizione dalla fotocamera, in modo automatico per tracciare il soggetto, mentre l’area AF dinamica divide i punti in zone, utilizzando solo quelli circostanti, in base a quanti ne hai selezionati.

In pratica, se hai selezionato un’area dinamica di nove punti AF e il soggetto esce fuori dall’area selezionata, la fotocamera non sarà più in grado di tracciarlo e metterlo a fuoco. Con la modalità 3D, invece, il sistema attiverà automaticamente altri punti AF seguendo il soggetto anche se si allontana significativamente dal punto di messa a fuoco iniziale.

Area AF Automatica

Con questa modalità non si fa altro che affidare alla fotocamera il controllo sulla messa a fuoco. Quando ti accingi a scattare una fotografia, essa sceglierà in maniera automatica su cosa mettere a fuoco, attraverso un algoritmo molto complesso.

L’area AF automatica è in grado di riconoscere i toni della pelle all’interno dell’inquadratura. Di conseguenza misura la messa a fuoco su di essa. Se nell’inquadratura sono presenti più persone, si concentrerà su quella più vicina alla fotocamera. Se invece non rileva la presenza di persone, in genere mette a fuoco l’oggetto più vicino e più grande all’interno della scena.

Personalmente non utilizzo mai questa modalità, in quanto preferisco avere il massimo controllo sulla messa a fuoco e stabilire cosa debba essere a fuoco e cosa no.

Modalità AF
questa immagine mostra le diverse modalità AF Nikon. Da sinistra troviamo: modalità AF a punto singolo, modalità AF ad area dinamica (9 punti), modalità AF ad area dinamica (21 punti), modalità AF ad area dinamica (51 punti), modalità di tracciamento 3D, area automatica Modalità AF e modalità area AF gruppo.
Altre modalità di area AF

Ho analizzato le modalità di Area AF più comuni. Quelle che possiamo trovare in quasi tutti i modelli di fotocamere e che seguono più o meno lo stesso principio di funzionamento. Nelle Reflex e Mirrorless di ultima generazione si possono trovare altre modalità che possono essere specifiche per alcuni modelli e che non esaminerò in questa lezione.

Area con priorità al volto, Eye Detection, Inseguimento del soggetto, ed altre simili sono disponibili per le funzionalità video, del quale alcuni modelli hanno fatto il loro punto di forza. E’ il caso di Sony A7 IIIFuji XT-3.

Vediamo adesso come usare la messa a fuoco in fotografia nei diversi generi fotografici e situazioni.

Applicazione nelle diverse tipologie di fotografie

In merito alla messa a fuoco in fotografia, bisogna dire che a seconda del genere fotografico, ci sono alcune semplici regole da tenere in considerazione per una corretta messa a fuoco. Se seguite, potranno esaltare l’immagine rendendola unica e memorabile. Vediamo alcuni esempi per comprendere meglio di cosa stiamo parlando.

Fotografia di ritratto
messa a fuoco nei ritratti

Nei ritratti, una sola regola è veramente importante quando parliamo di messa a fuoco: mettere a fuoco gli occhi. Come sentiamo spesso dire: “gli occhi sono lo specchio dell’anima”. Attraverso gli occhi comunichiamo in maniera profonda i nostri stati d’animo, i nostri sentimenti. Inoltre in un ritratto, gli occhi sono quelli che immediatamente attirano la nostra attenzione.

Per questo motivo è impensabile un ritratto in cui gli occhi non sono ben messi a fuoco. Quando il soggetto è frontale, entrambi gli occhi devono essere a fuoco. Se invece è in diagonale o di 3/4 metti a fuoco l’occhio più vicino.

Per farlo puoi impostare la modalità a punto singolo. Selezionando il punto centrale otterrai la massima precisione. Potrai successivamente ricomporre l’inquadratura secondo le regole di composizione. In alternativa puoi comporre l’inquadratura per poi selezionare il punto AF corrispondente.

Fotografia paesaggistica
messa a fuoco nei paesaggi

A differenza dei ritratti dove il fuoco si concentra in un unico punto, nei paesaggi tutto deve essere a fuoco. Lo scopo è quello di dare all’osservatore una visione aperta, per apprezzare tutti i particolari presenti sulla scena.

In questi casi, a meno che tu non abbia uno scopo ben preciso, ti sconsiglio di mettere a fuoco su un soggetto in primo piano. La soluzione migliore è quella di ottenere la massima profondità di campo mettendo a fuoco su un soggetto a media distanza. Ancora meglio ad una distanza di iperfocale. Se questi termini ti sono nuovi, vedrai che nella prossima lezione tutti i dubbi ti saranno chiariti.

Anche nel paesaggio la modalità più indicata è quella a punto singolo.

Fotografia naturalistica: Animali e fauna selvatica
mettere a fuoco gli animali

Fotografare gli animali è la tipica situazione in cui spesso il soggetto è in movimento. La difficoltà maggiore sta nel fatto che non è semplice prevedere il loro comportamento e spesso sono molto veloci.

Non ci sono particolari indicazioni sulla profondità di campo in questo caso. Tutto dipende da ciò che vuoi realizzare: isolare il soggetto o inserirlo nel suo contesto. La modalità più indicata per questo genere fotografico è l’area AF dinamica che permette di tracciare il soggetto. Se la tua fotocamera lo consente il sistema di tracciamento 3d potrebbe essere di grande aiuto.

Conclusioni

La messa a fuoco in fotografia non serve soltanto a rendere nitido uno scatto. Essa non ricopre soltanto un aspetto tecnico, ma anche creativo. Attraverso il corretto uso della messa a fuoco, puoi indicare all’osservatore qual’è il punto di interesse. La messa a fuoco influisce sul modo in cui l’osservatore guarda la fotografia e ti offre uno strumento attraverso il quale puoi comunicare, insieme alla composizione, il tuo modo di vedere e interpretare il mondo.

Capisci adesso l’importanza di saper gestire la messa a fuoco? Sono sicuro che dopo queste lezioni sarai motivato a migliorare sotto questo aspetto. Ma non finisce qui! la messa a fuoco, sotto l’aspetto creativo è strettamente legata alla profondità di campo. Non perderti quindi la prossima lezione che sarà davvero interessante.

Ti raccomando di condividere questa lezione, mi aiuterai a far crescere questo progetto ed aiuterai anche quanti vogliono approfondire le loro conoscenze sulla fotografia.

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