Nella scorsa lezione ti ho spiegato cos’è la profondità di campo. Ti ho mostrato tutti gli aspetti della fotografia che influiscono sulla profondità di campo. In questa lezione, continuiamo l’argomento per approfondire ulteriormente le tue conoscenze. Se ti sei perso la prima lezione, la puoi trovare nel Corso di Fotografia di questo blog alla lezione “Profondità di Campo – prima parte“.
Adesso entriamo nel vivo dell’argomento e vediamo innanzi tutto come calcolare la profondità di campo, poi la distanza iperfocale.
Calcolare la Profondità di campo
Facciamo una piccola premessa: difficilmente ti troverai a calcolare la profondità di campo prima di scattare una fotografia. Nel 99% dei casi ti basterà una valutazione di massima per poi procedere allo scatto in tutta tranquillità. Detto questo, a mio parere, conoscere l’argomento in maniera più approfondita di sicuro non guasta.
Per iniziare bisogna chiarire il concetto di cerchio di confusione. Infatti la PdC, oltre ai fattori di cui abbiamo parlato nella scorsa lezione, è legata anche al rapporto di ingrandimento in cui osserviamo l’immagine. Questo sia su supporti stampati che nella visualizzazione a monitor. Se osserviamo una fotografia di piccole dimensioni, possono apparire nitidi dei particolari che, se aumentiamo l’ingrandimento della stessa, risulteranno invece sfocati. Per questo motivo, nella formula che calcola la PdC è stata introdotta una variabile: il cerchio di confusione.
Il cerchio di confusione
Quando la messa a fuoco di un soggetto è corretta, esso viene rappresentato nell’immagine come una serie di punti ben definiti (nitidi). Man mano che si sposta la messa a fuoco in avanti o indietro, rispetto al soggetto, questi punti aumentano la loro dimensione, formando ed allargando il cerchio di confusione.
Fino ad una certa dimensione, l’occhio umano non è in grado di distinguerlo come cerchio e continuerà a percepirlo come punto. Quindi, fino a quando l’occhio non riesce a distinguere il cerchio, quel piano sarà percepito come se fosse a fuoco.
Possiamo quindi definire la profondità di campo, come quell’intervallo di piani di fuoco in cui tali cerchi di confusione sono percepiti come punti.
Per convenzione si è stabilito di calcolare il valore massimo del cerchio di confusione, facendo riferimento ad un’immagine stampata di 20×25 cm, osservata da una distanza pari alla sua diagonale, ovvero 32 cm. Si è trovato quindi un valore massimo e sufficientemente accettabile, un diametro del cerchio di confusione pari a circa 0,2 mm.
Assumendo questo valore come riferimento del diametro massimo del cerchio di confusione, possiamo calcolare i valori per tutti gli altri formati di sensore o pellicola, dividendo 0,2 per il rapporto di ingrandimento di ciascun supporto di acquisizione.
Per fare un esempio, nel formato 24×36 mm (full frame), il fotogramma dovrà essere ingrandito 7,5 volte per equivalere il formato 20×25 cm usato come riferimento. Il circolo di confusione dovrà essere calcolato come segue: 0,2 mm / 7,5x = 0,027 mm circa.
La distanza Iperfocale
Ottenuto il valore del cerchio di confusione relativo al formato del sensore della tua fotocamera, puoi calcolare la Distanza Iperfocale attraverso una formula matematica. Ma prima vediamo cos’è la distanza iperfocale o semplicemente Iperfocale.
La distanza Iperfocale è quella distanza di messa a fuoco, per la quale si ottiene la massima estensione della profondità di campo. Più precisamente, avendo:
- una determinata apertura del diaframma
- una determinata lunghezza focale
- un determinato valore del cerchio di confusione
possiamo calcolare l’iperfocale secondo la seguente formula:
Dove “f” è la lunghezza focale, “N” è l’apertura del diaframma e “c” è la misura del circolo di confusione. Conoscere la distanza iperfocale torna utile soprattutto in generi fotografici come la fotografia di paesaggio e naturalistica.
La formula della Profondità di campo
A questo punto abbiamo tutto quello che ci serve per poter calcolare la profondità di campo. Per farlo dovete conoscere i parametri base della vostra fotocamera. Ecco di seguito le formule:
Dove I sta per distanza iperfocale, S per distanza del soggetto dalla fotocamera, F per lunghezza focale del nostro obiettivo. Rcaveremo così DL (distanza dell’estremo lontano del campo nitido) e DV (distanza dell’estremo vicino)
A questo punto ti starai chiedendo: ma prima di scattare devo sbattermi tra le formule matematiche? Niente paura, come ti avevo anticipato prima, probabilmente non ti soffermerai mai a calcolare profondità di campo o distanza iperfocale. Nel 99% dei casi ti basterà una valutazione di massima per ottenere il risultato che sta cercando.
Ma se proprio hai il bisogno di conoscere questi valori, ci sono diversi strumenti che possono venirti in aiuto. Tra app per smartphone e tools online c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Un esempio è cultor.org che ti permette di calcolare la profondità di campo. Inoltre cercando negli store con la chiave “profondità di campo” puoi trovare moltissime app utili da portare sempre con te.
Oltre ai calcoli matematici, ci sono altri modi per fare una valutazione veloce della PdC.
Funzione anteprima della PdC
Molte fotocamere sono dotate di questa funzione che è attivabile attraverso un pulsante o una voce di menù. In pratica quando guardi attraverso il mirino della tua fotocamera, vedi la scena all’apertura di diaframma massima che il tuo obiettivo consente, e non il valore effettivamente impostato. Questo non ti permette di vedere la scena così come apparirà non appena scattata la fotografia.
Tenendo premuto il pulsante di anteprima della PdC la fotocamera chiuderà il diaframma al valore impostato permettendoti una valutazione iniziale. Potrai cambiare i valori del diaframma per valutare come cambia la zona di nitidezza in relazione all’apertura. Molti fotografi ritengono inutile questa funzione, molti altri non la conoscono nemmeno.
Personalmente l’ho trovata molto utile quando ero ancora alle prime esperienze con la fotografia. Mi ha permesso di comprendere meglio il funzionamento della profondità di campo. Se quindi sei ancora alle prime armi sono sicuro che potrà tornare utile anche a te. Attento però che non porti a perdere l’attimo, mentre ti fermi a consultarla.
Creatività nella Profondità di campo
Come ti ho detto nella prima lezione sulla PdC, questo è uno degli strumenti creativi più importanti che un fotografo ha a disposizione. Decidere la profondità di campo di una tua fotografia, ovvero cosa far rientrare nella zona di nitidezza e cosa escludere, è un potente mezzo di espressione e creatività. Ti permette di stabilire le relazioni che intercorrono tra i vari oggetti presenti sulla scena, di dare più o meno rilevanza al soggetto rispetto allo sfondo ed influire sulla percezione del soggetto, dello sfondo, dei colori ecc.
Osserviamo insieme le immagini che seguono…
Osserva il ritratto qui sopra, come puoi notare, il soggetto è completamente staccato dallo sfondo. La ridotta profondità di campo, conferisce al soggetto molta più rilevanza, separandolo nettamente dal contesto e concentrando lo sguardo dello spettatore su di esso.
Osserva adesso quest’altra fotografia. Guarda come una maggiore profondità di campo offre una chiave di lettura completamente diversa.
In questo caso, nonostante lo sfondo non sia perfettamente nitido, permette di inserire il soggetto in un contesto dal quale, però, è messo in risalto dal contrasto tra l’ambientazione e l’eleganza dell’abito. Una chiave di lettura potrebbe essere, per esempio, il carattere ribelle del soggetto, dettato dal contesto in cui è ripreso.
In questo caso, a mio parere, una profondità di campo ridotta come nella prima foto, non avrebbe funzionato.
A differenza degli esempi che abbiamo visto prima, la fotografia di paesaggio è un genere fotografico che richiede di avere tutto a fuoco. Anche se non è una regola ferrea, in questi casi il soggetto è il paesaggio stesso. Ricercare la massima profondità di campo è importante. Quindi diaframma chiuso e fotocamera posizionata sul treppiede per ottenere la massima nitidezza.
Ma ci sono altri modi per riprendere un paesaggio. Guarda l’esempio nella foto qui sotto.
In questo scatto, un diaframma più aperto riduce la profondità di campo. Pur lasciando il paesaggio perfettamente leggibile, dona risalto al soggetto e dando profondità all’immagine, offrendo spazio per lo svolgimento dell’azione. Vedi come il variare della profondità di campo può cambiare completamente la chiave di lettura di una fotografia?
Conclusione
Anche questa lezione volge al termine. Hai imparato cos’è la profondità di campo, da cosa è influenzata, come calcolarla e qual’è il suo effetto sulle tue fotografie. Sai che impostando la messa a fuoco sulla distanza iperfocale puoi ottenere una PdC che va fino all’infinito per avere tutto a fuoco. Hai tutti gli elementi che ti servono per sperimenta, testare e prendere dimestichezza con questo importante strumento della fotografia. Non finisce certo qui! infatti è possibile aumentare la profondità di campo e la nitidezza di una fotografia attraverso una speciale tecnica.
Questa torna molto utile nella fotografia macro, dove la profondità di campo è sempre molto ridotta. Ma è utilizzabile anche nella fotografia di paesaggio o nello Still Life. Per questo ho scritto un articolo di integrazione alla profondità di campo per parlarti della tecnica del “Focus Stacking“. Sono sicuro che non vorrai perderla.
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