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ESEMPI DI ISTOGRAMMA
Nell’esempio sopra puoi vedere l’istogramma di una fotografia correttamente esposta. Come puoi vedere, l’istogramma di questa fotografia, ha una forma abbastanza uniforme, anche se leggermente sbilanciato verso sinistra. Questo perché nell’immagine sono presenti zone in ombra e tonalità scure che ricoprono la maggior parte del frame. Tuttavia non ci sono colonne in corrispondenza del nero o del bianco alle estremità del grafico, quindi non presenta zone con perdita di informazioni. Negli esempi che seguono, invece, trovi due casi differenti: il primo presenta una sottoesposizione, il secondo una sovraesposizione.
Non è difficile notare come nel caso di sottoesposizione, il grafico dell’istogramma corrispondente risulta completamente sbilanciato a sinistra, ricoprendo solo le zone delle ombre e dei mezzitoni. Nel caso di sovraesposizione, invece, l’istogramma è sbilanciato verso destra presentando una colonna in corrispondenza dell’estremità destra del grafico. In questo caso specifico però, il grafico non è completamente sbilanciato, in quanto i pixel sono distribuiti su tutti e tre le zone delle ombre, dei mezzitoni e delle luci. Questa distribuzione è dovuta al contenuto dell’immagine nella quale prevalgono mezzitoni ed ombre in una situazione di corretta esposizione. Ma il picco in corrispondenza del bianco, indica chiaramente una bruciatura che osservando la foto, possiamo individuare nella zona delle nuvole in alto.
ISTOGRAMMA SBAGLIATO? NON ESISTE
Non esiste un istogramma sbagliato in senso assoluto. Come dicevo prima, l’istogramma non va letto ma interpretato. Ci sono casi in cui lo sbilanciamento del grafico verso destra o sinistra, non vuol dire necessariamente un errore di esposizione. Tutto dipende dalla scena e dalle condizioni in cui stiamo scattando. Come prima un esempio può chiarire meglio il concetto.
Se osserviamo l’istogramma della foto sopra, notiamo immediatamente il suo sbilanciamento verso sinistra. Il grafico sembrerebbe indicare una sottoesposizione, ma osservando la fotografia vediamo che il risultato ottenuto è proprio quello che si stava cercando. Vediamo un altro esempio:
In questa foto vediamo nella curva dell’istogramma due diversi picchi. Il primo in corrispondenza delle ombre, il secondo in corrispondenza delle luci. Inoltre il grafico è tagliato alle due estremità delle ombre e delle luci. Anche in questo caso, il grafico sembrerebbe indicare un errore d’esposizione, ma come per l’esempio precedente il risultato è esattamente quello voluto.
Cosa vuol dire questo? Perché una foto corretta ha un istogramma “sbagliato” (apparentemente)? Il fatto è che la funzione specifica di questo strumento non è la stessa dell’esposimetro che ci indica la corretta esposizione facendo riferimento alla quantità di luce sulla scena. Esso prende le informazioni presenti nell’immagine e le restituisce in forma di grafico, dandoci la possibilità di interpretarle. Da esso possiamo verificare in modo indiretto anche l’esposizione di una fotografia. Ma la cosa più importante che possiamo verificare dall’istogramma è la perdita di dettagli nelle alte luci o nelle ombre chiuse. Questo si verifica quando la curva è tagliata alle estremità.
In questi casi non sarà possibile recuperare i dettagli nemmeno in post-produzione e vedremo le luci come una macchia bianca nella foto, e le ombre come una macchia nera.
ISTOGRAMMA NEI SOFTWARE DI EDITING
L’istogramma nella nostra fotocamera ci permette di verificare il risultato dei nostri scatti e capire immediatamente se dobbiamo rifarlo o meno. Ma spesso non abbiamo l’abitudine di controllarlo o spesso non ne abbiamo il tempo. Allora dobbiamo intervenire con delle correzioni in post-produzione. Anche i software di editing (i più famosi photoshop e lightroom) ci consentono di visualizzare l’istogramma di una fotografia, ed in più, ci danno la possibilità di intervenire su di esso per migliorare le nostre fotografie.
Prima di vedere un esempio, però, dobbiamo sapere che esistono diversi tipi di istogramma nei software di editing. Vediamo di seguito quali sono:
- Istogramma della luminosità: è quello che viene visualizzato nelle nostre fotocamere quando scattiamo una fotografia. Viene calcolato facendo una media ponderata allo scopo di mostrare la luminosità percepita di un’immagine. In questo calcolo i valori RGB hanno un peso rispettivamente di 30% il rosso, 59% il verde e 11% il blu.
- Istogramma RGB o Tonale: é utilizzato soprattutto nei programmi di fotoritocco ed è una media dei colori primari RGB (rosso, verde e blu).
- Istogramma dei colori: mostra la rappresentazione dei colori primari e secondari (sovrapposizione di due o più colori primari). La sovrapposizione di tutti i colori è rappresentata nella zona grigia. Anche questo istogramma è utilizzato in programmi di fotoritocco.
CORREGGERE I VALORI TONALI DI UNA FOTO
L’istogramma più conosciuto nei software come Photoshop è quello tonale o RGB. Possiamo utilizzare questo pannello, per esempio, per migliorare il contrasto di una fotografia.
Quando apriamo un’immagine in photoshop possiamo aprire il pannello dei valori tonali premendo Ctrl+L sulla tastiera. Questo pannello ci mostra l’istogramma RGB dell’immagine. Su questo possiamo intervenire attraverso dei cursori che corrispondono alle ombre, ai mezzitoni, alle luci.
Nell’immagine puoi vedere l’istogramma della fotografia che si concentra tutto nella zona dei mezzitoni. La foto manca di contrasto e risulta piatta con un effetto “patina grigia”. Questo perchè mancano informazioni relative alle luci ed alle ombre. Attraverso il pannello dei valori tonali possiamo colmare questa mancanza agendo sui cursori delle luci e delle ombre.
Trascinando questi verso l’inizio della curva possiamo vedere come la foto aumenta di contrasto ed assume un aspetto decisamente più gradevole. Possiamo vedere l’effetto delle modifiche che apportiamo in tempo reale.
Siamo giunti alla fine di questa interessante lezione. Hai imparato cosa è e come interpretare l’istogramma, ma anche come usarlo in post-produzione per migliorare le tue fotografie. Certo, ci sarebbe ancora da approfondire l’argomento, ma per un corso base come questo direi che per il momento va bene così. Approfondiremo ulteriormente in articoli futuri, ed in un corso di fotoritocco che spero di iniziare presto.
Nel frattempo se ti sei perso qualche lezione puoi andare all’indice del Corso di Fotografia per accedere a tutte le lezioni.
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In questa lezione continuiamo il discorso sull’esposizione, introducendo uno strumento molto utile per verificare la corretta esposizione delle nostre fotografie: l’istogramma.
Questo strumento lo troviamo in tutte le tipologie di fotocamere digitali, fatta eccezione per le compatte economiche, ed anche nei programmi di editing quali lightroom e Photoshop.
CHE COS’È L’ISTOGRAMMA?
Ma cosa sono la gamma dinamica e la gamma tonale? Abbiamo accennato alla gamma dinamica quando abbiamo parlato dei tipi di sensore, ed approfondiremo il discorso nella prossima lezione. La gamma dinamica fa riferimento all’ampiezza dei livelli di luminosità che il sensore della fotocamera può catturare. La gamma tonale invece si riferisce all’ampiezza delle sfumature di colore presenti all’interno di una fotografia.
L’istogramma quindi, non fa altro che ridistribuire i pixel di una fotografia su di un grafico, suddividendoli in tre zone specifiche: Ombre, Mezzitoni e luci. Parlando di ombre, facciamo riferimento alle parti più scure della fotografia. Le luci si riferiscono alle parti più chiare, mentre i mezzitoni fanno riferimento a tutto ciò che sta in mezzo tra ombre e luci.
ISTOGRAMMA: COME SI LEGGE PER TROVARE LA GIUSTA ESPOSIZIONE
La visualizzazione del grafico dell’istogramma potrebbe spaventare qualcuno, ma in realtà la sua comprensione è molto più semplice di quanto si possa pensare. Come abbiamo detto, il grafico è suddiviso in tre zone. Partendo da sinistra troviamo i valori relativi alle ombre. Nella zona centrale troviamo i valori relativi ai mezzitoni ed a destra quelli relativi alle luci. All’estremità sinistra del grafico troviamo il nero assoluto, mentre a quella destra, il bianco assoluto. L’altezza delle colonne rappresenta il numero di pixel presenti nella fotografia per quel determinato valore di gamma.
Per prima cosa va detto che l’istogramma non va letto ma interpretato. La sua visualizzazione, infatti, varia da fotografia a fotografia, in base al contenuto della scena che stiamo riprendendo. In linea di massima, quando si ha una corretta esposizione, l’istogramma dovrebbe avere una forma abbastanza uniforme, evitando picchi in corrispondenza degli estremi sinistro e destro. Infatti, se il grafico risulta tagliato alle estremità si parla di clipping, ovvero perdita di informazioni. In questo caso ci saranno zone completamente bianche (luci bruciate) o completamente nere (Ombre chiuse).
Vediamo di seguito qualche esempio per capire meglio di cosa stiamo parlando.
ESEMPI DI ISTOGRAMMA
Nell’esempio sopra puoi vedere l’istogramma di una fotografia correttamente esposta. Come puoi vedere, l’istogramma di questa fotografia, ha una forma abbastanza uniforme, anche se leggermente sbilanciato verso sinistra. Questo perché nell’immagine sono presenti zone in ombra e tonalità scure che ricoprono la maggior parte del frame. Tuttavia non ci sono colonne in corrispondenza del nero o del bianco alle estremità del grafico, quindi non presenta zone con perdita di informazioni. Negli esempi che seguono, invece, trovi due casi differenti: il primo presenta una sottoesposizione, il secondo una sovraesposizione.
Non è difficile notare come nel caso di sottoesposizione, il grafico dell’istogramma corrispondente risulta completamente sbilanciato a sinistra, ricoprendo solo le zone delle ombre e dei mezzitoni. Nel caso di sovraesposizione, invece, l’istogramma è sbilanciato verso destra presentando una colonna in corrispondenza dell’estremità destra del grafico. In questo caso specifico però, il grafico non è completamente sbilanciato, in quanto i pixel sono distribuiti su tutti e tre le zone delle ombre, dei mezzitoni e delle luci. Questa distribuzione è dovuta al contenuto dell’immagine nella quale prevalgono mezzitoni ed ombre in una situazione di corretta esposizione. Ma il picco in corrispondenza del bianco, indica chiaramente una bruciatura che osservando la foto, possiamo individuare nella zona delle nuvole in alto.
ISTOGRAMMA SBAGLIATO? NON ESISTE
Non esiste un istogramma sbagliato in senso assoluto. Come dicevo prima, l’istogramma non va letto ma interpretato. Ci sono casi in cui lo sbilanciamento del grafico verso destra o sinistra, non vuol dire necessariamente un errore di esposizione. Tutto dipende dalla scena e dalle condizioni in cui stiamo scattando. Come prima un esempio può chiarire meglio il concetto.
Se osserviamo l’istogramma della foto sopra, notiamo immediatamente il suo sbilanciamento verso sinistra. Il grafico sembrerebbe indicare una sottoesposizione, ma osservando la fotografia vediamo che il risultato ottenuto è proprio quello che si stava cercando. Vediamo un altro esempio:
In questa foto vediamo nella curva dell’istogramma due diversi picchi. Il primo in corrispondenza delle ombre, il secondo in corrispondenza delle luci. Inoltre il grafico è tagliato alle due estremità delle ombre e delle luci. Anche in questo caso, il grafico sembrerebbe indicare un errore d’esposizione, ma come per l’esempio precedente il risultato è esattamente quello voluto.
Cosa vuol dire questo? Perché una foto corretta ha un istogramma “sbagliato” (apparentemente)? Il fatto è che la funzione specifica di questo strumento non è la stessa dell’esposimetro che ci indica la corretta esposizione facendo riferimento alla quantità di luce sulla scena. Esso prende le informazioni presenti nell’immagine e le restituisce in forma di grafico, dandoci la possibilità di interpretarle. Da esso possiamo verificare in modo indiretto anche l’esposizione di una fotografia. Ma la cosa più importante che possiamo verificare dall’istogramma è la perdita di dettagli nelle alte luci o nelle ombre chiuse. Questo si verifica quando la curva è tagliata alle estremità.
In questi casi non sarà possibile recuperare i dettagli nemmeno in post-produzione e vedremo le luci come una macchia bianca nella foto, e le ombre come una macchia nera.
ISTOGRAMMA NEI SOFTWARE DI EDITING
L’istogramma nella nostra fotocamera ci permette di verificare il risultato dei nostri scatti e capire immediatamente se dobbiamo rifarlo o meno. Ma spesso non abbiamo l’abitudine di controllarlo o spesso non ne abbiamo il tempo. Allora dobbiamo intervenire con delle correzioni in post-produzione. Anche i software di editing (i più famosi photoshop e lightroom) ci consentono di visualizzare l’istogramma di una fotografia, ed in più, ci danno la possibilità di intervenire su di esso per migliorare le nostre fotografie.
Prima di vedere un esempio, però, dobbiamo sapere che esistono diversi tipi di istogramma nei software di editing. Vediamo di seguito quali sono:
- Istogramma della luminosità: è quello che viene visualizzato nelle nostre fotocamere quando scattiamo una fotografia. Viene calcolato facendo una media ponderata allo scopo di mostrare la luminosità percepita di un’immagine. In questo calcolo i valori RGB hanno un peso rispettivamente di 30% il rosso, 59% il verde e 11% il blu.
- Istogramma RGB o Tonale: é utilizzato soprattutto nei programmi di fotoritocco ed è una media dei colori primari RGB (rosso, verde e blu).
- Istogramma dei colori: mostra la rappresentazione dei colori primari e secondari (sovrapposizione di due o più colori primari). La sovrapposizione di tutti i colori è rappresentata nella zona grigia. Anche questo istogramma è utilizzato in programmi di fotoritocco.
CORREGGERE I VALORI TONALI DI UNA FOTO
L’istogramma più conosciuto nei software come Photoshop è quello tonale o RGB. Possiamo utilizzare questo pannello, per esempio, per migliorare il contrasto di una fotografia.
Quando apriamo un’immagine in photoshop possiamo aprire il pannello dei valori tonali premendo Ctrl+L sulla tastiera. Questo pannello ci mostra l’istogramma RGB dell’immagine. Su questo possiamo intervenire attraverso dei cursori che corrispondono alle ombre, ai mezzitoni, alle luci.
Nell’immagine puoi vedere l’istogramma della fotografia che si concentra tutto nella zona dei mezzitoni. La foto manca di contrasto e risulta piatta con un effetto “patina grigia”. Questo perchè mancano informazioni relative alle luci ed alle ombre. Attraverso il pannello dei valori tonali possiamo colmare questa mancanza agendo sui cursori delle luci e delle ombre.
Trascinando questi verso l’inizio della curva possiamo vedere come la foto aumenta di contrasto ed assume un aspetto decisamente più gradevole. Possiamo vedere l’effetto delle modifiche che apportiamo in tempo reale.
Siamo giunti alla fine di questa interessante lezione. Hai imparato cosa è e come interpretare l’istogramma, ma anche come usarlo in post-produzione per migliorare le tue fotografie. Certo, ci sarebbe ancora da approfondire l’argomento, ma per un corso base come questo direi che per il momento va bene così. Approfondiremo ulteriormente in articoli futuri, ed in un corso di fotoritocco che spero di iniziare presto.
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